First of all, happy Republic Day to everyone on behalf of L’Italo-Americano.
Here on the Pacific coast where the Italian peninsula is a place in our hearts as well as a dream, a wish, a memory, a journey, the anniversary does not seem like a simple date on the calendar. It is rather a unified moment of sharing, of participation in a feeling that brings us closer and closer together, despite the distance, with the Belpaese. An opportunity to go home virtually, to show off a bit of healthy patriotic pride, or even just think back on your family ties. It is often beneficial to broaden your horizons, to set aside daily life and feel part of something bigger.
 
In this space of reflection and dialogue with you, dear readers, we have chosen to leave in the background the moments of this anniversary that seem folkloristic, which in fact are highly symbolic. The laurel wreath that sits every year at the Altare della Patria (Altar of the Homeland) in honor of the Unknown Soldier and all those who have lost their lives for their country, the scenic parade along the Imperial Forums of the armed forces who are dedicated to security both within and without the national borders, Rome waiting with its nose turned up to the passage of the Frecce Tricolori (Tricolor Arrows), the planes of the aerobatic patrol team that fill the skies of the capital with the colors of the Flag, or the afternoon opening of the gardens of the Quirinal, tell the story of a country that thinks back on its history.
 
These things are part of a ceremony that 71 years later not only celebrates the anniversary of the referendum of June 2, 1946, when Italians closed the page of the monarchy and of twenty years of fascism and belligerence, and began to write the history of the Italian Republic by voting for the members who would take part in the constituent Assembly that framed our Charter Constitution. It was also the first time in Italian history where the vote took place with universal suffrage, that is to say with the participation of women.
 
We want to bring a reflection into focus.
 
This holiday falls a few days after the 25th anniversary of the Capaci Massacre.
 
On May 23, 1992, anti-mafia judge Giovanni Falcone lost his life along with his wife and magistrate Francesca Morvillo and three State Police officers: Vito Schifani, Rocco Dicillo and Antonio Montinaro who were part of the escort that also included agents Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello and chauffeur Giuseppe Costanza. A few miles from Palermo, with a remote control, 400 kilos of explosive mixture were exploded against them and against the state.
 
Less than two months later, on July 19, in Via d’Amelio in Palermo, there was a second terrorist-mafia-style assassination in which the magistrate Paolo Borsellino, a friend and close associate of Falcone, lost his life along with five escort agents : Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina and Claudio Traina. The only survivor was Agent Antonino Vullo, who awoke in critical condition in a hospital after 90 kilograms of remote-controlled tritium explosives were set off.
 
We do not want our discourse to be a simple reminder nor a tribute of rites. Nor do we even want to take the opportunity to contest a hateful stereotype that Italians and Italy are comparable with the Mafia. Instead, we want to tell you that in many Italian cities, for many years now, thousands of children and young people gather together to say no to the mafia, to teach the lesson of lawfulness that every school year brings to classrooms all over Italy which comes from the pain of the family members of the many victims of mafia, the knowledge of the “ugly” history of our country, a scrap of the car crushed by explosives to show the violence that happened, and the invitation to react, to denounce, not to close our eyes or mouth, but rather to develop a civil consciousness.
 
It is a good way to put into practice what Judge Falcone professed: “You can win without claiming heroism from ill-fated citizens but engaging all the best forces of society.”
 
And it is certainly not the case that the United Nations General Assembly, on June 19, decided to pay tribute to the anti-mafia magistrate, commemorating the anniversary with a meeting dedicated to the implementation of the Convention against Transnational Organized Crime, signed during The Palermo Conference in 2000.
 
As President of the Republic, Mattarella, said, “this international recognition would only be enough to emphasize once more that the figure of Giovanni Falcone is a point of reference, in Italy and abroad, for anyone who cultivates the value of legality and that of the civility of coexistence “.
 
Buona Festa della Repubblica. Happy June 2nd.
 
Innanzitutto, buona Festa della Repubblica a tutti da L’Italo-Americano. 
 
Qui nella costa pacifica dove la penisola italiana è un luogo del cuore ma anche un sogno, un desiderio, un ricordo, un viaggio,  la ricorrenza non sembri una semplice data sul calendario. Sia piuttosto un momento collettivo di condivisione, di partecipazione a un sentimento che ci avvicina e accomuna, nonostante le distanze, con il Belpaese. Un’occasione per tornare virtualmente a casa, per sfoderare un po’ di sano orgoglio patriottico, o anche solo di ripensare ai legami familiari. Spesso fa bene allargare gli orizzonti, mettere da parte la quotidianeità e sentirsi parte di qualcosa di più grande.
 
In questo spazio di riflessione e dialogo con voi, cari lettori, abbiamo scelto di lasciare sullo sfondo i momenti che sembrano folkloristici di questa ricorrenza, in realtà altamente simbolica. La corona d’alloro che si depone ogni anno all’Altare della Patria in omaggio al Milite Ignoto e a tutti coloro che hanno perso la vita per la patria, la scenografica sfilata lungo i Fori Imperiali delle forze armate impegnate per la sicurezza dentro e fuori i confini nazionali, Roma che aspetta con il naso all’insù il passaggio della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori che riempiono dei colori della Bandiera i cieli della capitale, o l’apertura pomeridiana dei giardini del Quirinale, raccontano di un Paese che torna a pensare alla sua storia.
 
Fanno parte di un cerimoniale che 71 anni dopo non solo celebra l’anniversario del referendum del 2 giugno 1946, con il quale gli italiani chiusero la pagina della monarchia e del ventennio fascista e belligerante, e iniziarono a scrivere la storia della Repubblica Italiana, votando i deputati che avrebbero preso parte all’Assemblea costituente che formulò la nostra Carta Costituzione. Fu anche la prima volta nella storia italiana in cui il voto avvenne a suffragio universale ovvero con la partecipazione delle donne.
 
In primo piano vogliamo portare una riflessione.
 
Questa festa cade a pochi giorni dal 25° anniversario della Strage di Capaci. 
 
Il 23 maggio 1992, assieme al giudice antimafia  Giovanni Falcone, persero la vita la moglie e magistrato Francesca Morvillo, e tre uomini della Polizia di Stato: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, che componevano la scorta insieme agli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e all’autista giudiziario Giuseppe Costanza. A pochi chilometri da Palermo, con un telecomando, furono fatti esplodere contro di loro e contro lo Stato 400 chili di miscela esplosiva.
 
Meno di due mesi dopo, il 19 luglio, in via d’Amelio a Palermo, ci fu il secondo attentato di stampo terroristico-mafioso nel quale persero la vita il magistrato Paolo Borsellino, amico e stretto collaboratore di Falcone, e i cinque agenti di scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L’unico sopravvissuto fu l’agente Antonino Vullo, che si risvegliò in gravi condizioni in ospedale dopo l’esplosione di 90 chilogrammi di esplosivo al tritolo telecomandati a distanza. 
 
Il nostro non vuole essere un semplice ricordo nè un omaggio di rito. Nemmeno si vuole cogliere l’occasione per combattere un odioso stereotipo secondo cui italiani e Italia fanno rima con mafia. Si vuole invece raccontare che in tantissime città italiane, ormai da molti anni, migliaia di bambini e ragazzi si  riuniscono insieme per dire no alla mafia, per raccontare il percorso didattico di educazione alla legalità che ogni anno scolastico porta nelle aule di tutt’Italia il dolore dei familiari delle troppe vittime di mafia, la conoscenza della storia “brutta” del nostro Paese, la violenza  dei rottami delle auto accartocciate dagli esplosivi per far vedere quello che è successo, l’invito a reagire, a denunciare, a non chiudere gli occhi nè la bocca, a diventare coscienza civile.
 
E’ un bel modo di mettere in pratica quello che il giudice Falcone professava: “Si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini ma impegnando tutte le forze migliori della società”. 
 
E non è certamente un caso che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il prossimo 19 giugno, abbia deciso di rendere omaggio al magistrato antimafia, ricordando l’anniversario con una riunione dedicata all’implementazione della Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale, sottoscritta durante la Conferenza di Palermo del 2000. 
 
Come ha detto il presidente della Repubblica Mattarella, “sarebbe sufficiente solo questo riconoscimento internazionale per sottolineare, ancora una volta, come la figura di Giovanni Falcone costituisca un punto di riferimento, in Italia e all’estero, per chiunque coltivi il valore della legalità e quello della civiltà della convivenza”. 
Buon 2 Giugno.

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