“Scopri, inventa, crea”. Questo il motto della Maker Faire 2014, la più grande fiera dell’innovazione al mondo che, inserita nell’evento più ampio dell’Innovatio Week, ha per la seconda volta reso Roma città all’avanguardia, centro di incontri e dibattiti sul progredire della società digitale. 
 
Dopo il successo della sua prima edizione tenutasi presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, quest’anno Maker Faire, nella sua edizione europea si è trasferita presso l’Auditorium Parco della Musica che per l’occasione si è trasformato in un vero e proprio “villaggio” dell’innovazione accogliendo 90mila persone, 2500 espositori e 600 progetti di ogni tipo. 
 
Ciò che è stata presentata al pubblico di adulti e piccini, di appassionati e curiosi, è stata la società del futuro, prettamente digitale, di cui ogni piccola parte viene realizzata da una miriade di Makers di tutte le età, definiti gli “hobbisti tecnologici del 21esimo secolo”, protagonisti di una sorta di terza rivoluzione industriale. 
 Scoperte, innovazioni e tecnologia applicata: spazio ai giovani geni italiani

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Si deve ai Makers l’innovazione, la creatività e una profonda passione per la tecnologia, il design e l’arte, passione trasformata in lavoro con il conseguente sviluppo di idee, progetti e risultati. In questo modo la società ha la possibilità di andare avanti e progredire, con l’invenzione, la creazione e la condivisione del sapere tecnologico e artigiano.  
 
Tante le idee e le innovazioni, ognuna con la propria storia. 
Tanti gli speakers che hanno partecipato ai workshop. “Let’s Make (A Better World)”, titolo dell’Opening Conference, ha ospitato studenti provenienti dalle scuole di tutta Roma e ha visto l’intervento di Massimo Banzi, Dale Dougherty, il guru Cory Doctorow e l’astronauta Samantha Cristoforetti, prossima ad una lunga missione spaziale. 
 
Le idee di Massimo Banzi, in particolare, sono fortemente legate ad Arduino, noto realizzatore della scheda elettronica omonima, dalle dimensioni ridotte, che permette di realizzare piccoli capolavori hi-tech: dai robot ad uso domestico alle stampanti in 3D. Una dei prodotti presentati alla Maker Faire di Roma è, infatti, Materia 101, la stampante 3D di Arduino, oggetto contenente una scheda Arduino Mega 2560 da tenersi tranquillamente in casa purchè sia posta su una base solida tale da sostenere 10 chili. Allo stesso modo sono state presentate macchinette per fare il caffè nello spazio; scarpe, portafogli,  borse di legno lavorato con il laser; droni, robot e vari tipi di applicazioni.
 
Tra gli Start-Up degni di nota, C’mon Board, lo skateboard motorizzato, comandato da un app, che ha ricevuto il premio Focus Junior, e la Choco 3Drag, stampante 3D in grado di stampare il cioccolato,  premiata con il Maker of Merit 2014. 
 
E ancora, Austin Erle ha dimostrato come i “makers” si stiano muovendo nell’ambito delle chirurgia presentando un prototipo di cuore stampato in 3D. L’ingegnere meccanico, il texano Anjan Contractor, dopo aver ricevuto dalla Nasa gli adeguati finanziamenti, ha pensato a come nutrire gli astronauti durante le loro missioni, riuscendo a portare nello spazio la pizza. L’idea consiste nel porre gli ingredienti (mozzarella, pomodoro e farina) nella cartuccia della stampante 3D fornita anche di un contenitore che li mescola fino a spingerli su una piattaforma per la cottura. 
 
Grandi le potenzialità e i progressi che le scoperte e le innovazioni possono portare in tutti gli ambiti (sociale, economico, tecnologico e culturale) e importante la partecipazione attiva di molti giovani italiani che reagiscono con intelligenza alla crisi nazionale.
 
Si ripone in loro, eredi di una particolare attitudine al sapere, alla scoperta e alla conoscenza (per citare uno tra i nostri illustri “antenati”: Leonardo da Vinci), la fiducia di portare avanti la cultura italiana con il suo background secolare. Indicativa al riguardo, nell’ambito di Maker Faire, la mostra “Make in Italy”, storia di cinquant’anni di innovazioni italiane: dal primo Personal Computer, realizzato da quattro “makers” che lavoravano per Olivetti, alla stampante digitale. 
 

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