Quella del neosenatore a vita Renzo Piano, capostipite di una generazione di architetti e progettista di fama internazionale, non è una scelta dettata da banali logiche propagandistiche e nemmeno uno spot di finta beneficenza, ma è un’iniziativa per incentivare e potenziare i progetti dei giovani architetti italiani, attivi nella riconversione delle zone urbane più degradate e logorate dalla mancanza di interventi di manutenzione. 
 
Il celebre architetto genovese, nominato il 30 agosto scorso senatore a vita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha deciso di devolvere l’intero stipendio da senatore, una somma che si aggira sui 13mila euro al mese, a favore di giovani progettisti italiani che più di tutti hanno un sogno da concretizzare, una missione da compiere, un’idea da portare avanti. 
 
Il senatore Piano, subito dopo il suo approdo tra i banchi di Palazzo Madama, ha illustrato alla prima carica dello Stato, dopo una serie di incontri, i punti più significativi del suo piano di lavoro, che prevede importanti azioni per rilanciare l’immagine delle città italiane. 
  L’archistar Renzo Piano con il Presidente della Repubblica Napolitano

  L’archistar Renzo Piano con il Presidente della Repubblica Napolitano

 
Un vero atto d’amore nei confronti dell’Italia e un chiaro segnale di fiducia nei riguardi di  tutti quei giovani talenti che, nonostante le lauree a pieni voti, sono costretti ad arrangiarsi in un call center o ad accontentarsi di un lavoretto part-time sottopagato. Per cui, per sfuggire alla condanna della precarietà occupazionale, molti laureati italiani fanno le valigie e si trasferiscono in tutti quei Paesi dove un lavoro ben retribuito non tarda ad arrivare come in Italia. 
 
Sempre più frequentemente, gli under 30, scelgono Stati che hanno un mercato del lavoro aperto e competitivo, abile nello  sfruttare al meglio le capacità individuali dei singoli lavoratori. 
Tuttavia, c’è anche un’Italia che non si arrende, che lotta e si oppone con fermezza alla mediocrità di un sistema che fa acqua da tutti le parti. E Renzo Piano ne è sicuramente un valido esempio.
 
 Proprio per rinvigorire l’immagine dell’Italia nel mondo, tra gli obiettivi dell’architetto che ha  inaugurato 4 mesi fa il Muse, Museo delle Scienze di Trento e nelle scorse settimane ha presenziato al vernissage di un altro importante polo espositivo che porta la sua firma, il Pavilion del Kimbell Art Museum, la nuova ala del museo di Fort Worth in Texas (un’area di 9.300 metri quadrati a una cinquantina di metri dalla struttura originaria), troviamo in primis il recupero e la riqualificazione delle periferie.
 
Nonostante i tanti progetti di risistemazione e risanamento messi in atto dalle varie amministrazioni locali, ancora versano in condizioni di degrado e abbandono.  
Oltretutto, i notevoli cambiamenti architettonici, dovuti alla dismissione delle zone industriali e all’abbandono dei vecchi centri storici, rendono indispen-sabile una nuova  progettazione di riqualificazione urbana. 
 
Per queste ragioni, il progettista ligure testimone del design italiano nel mondo, ha  più volte sottolineato  l’importanza degli interventi di valorizzazione e ottimizzazione negli edifici di interesse storico, che compongono ed esplicitano la nostra identità culturale. 
 
Ma l’attenzione di Renzo Piano, dal 2004 presidente di un ente no-profit che offre borse di studio per finanziare la preparazione accademica degli studenti italiani più meritevoli, si è soffermata anche sulla necessità di ammodernare le nostre strutture scolastiche. In effetti, la maggior parte delle scuole italiane, autorevoli luoghi di aggregazione sociale, necessitano di  importanti lavori di ristrutturazione. Considerato che, fin dai tempi an-tichi, gli edifici scolastici giocano un ruolo strategico di comunicazione urbana per la promozione della cultura di un Paese. 
 
Senza alcun dubbio, la notorietà di Renzo Piano, che negli anni Novanta ottenne il  premio Pritzker dal Presidente americano Bill Clinton, è testimoniata dalle sue grandi realizzazioni, prime fra tutte la scenografica New York Times Tower  e il suggestivo Shard London Bridge. 
 
D’ora in poi, però, l’orgoglio dell’architettura italiana, sarà apprezzato e ammirato in tutto il mondo anche per la generosità che ha dimostrato nei riguardi di tutti quei giovani colleghi che hanno un sogno da inseguire.  

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