Quando la Sicilia era considerata una meta imprescindibile delle proprie visite ufficiali da sovrani di ogni nazione, trovarsi ad accogliere, ad esempio, l’imperatore prussiano Guglielmo II a Catania, non era impresa da poco. Era il 1914 e il prosindaco Giuseppe De Felice Giuffrida per poco non venne alle armi, sfidato a duello dai componenti del consiglio della sua città per disaccordi sulle manifestazioni di benvenuto al sovrano.
 
A Palermo il Kaiser (così era chiamato) fu ospite, e accolto in pompa magna dalla città, nel palazzo del Principe di Trabia che diede in suo onore un sontuoso ricevimento, prima di recarsi a Siracusa dove incontrò il miliardario americano Wanderbilt che era giunto nella città aretusea a bordo del suo yacht “North Star”.
 
Stessa grandiosa accoglienza e ospitalità nel palazzo Trabia fu riservata a Vittorio Emanuele Orlando al quale furono anche riservate recite al Teatro Biondo, sontuosi banchetti, conferenze e quant’altro. 
Le celebrazioni non furono in tono minore a Partinico, in provincia di Palermo, dove era stato eletto deputato nel 1897, in occasione dell’inaugurazione della bandiera al ginnasio cittadino.
 Guglielmo II di Germania fu accolto a Palermo nel 1914 

 Guglielmo II di Germania fu accolto a Palermo nel 1914 

 
Intanto, il 28 giugno dello stesso 1914, con un gesto omicida, viene colpito con un colpo di pistola l’erede al trono astro-ungarico, l’arciduca Francesco Ferdinando insieme alla moglie Sofia mentre era in visita ufficiale nella città bosniaca di Serajevo. Gavrilo Princip fu l’attentatore, studente e membro della Mlada Bosna (Giovane Bosnia) di chiara matrice politica mirante all’unificazione di tutti gli Jugoslavi.
 
Vienna considerò il gesto come la bandiera dello starter per dare il via alle ostilità e fu così che l’Austria e l’Ungheria dichiararono guerra alla Serbia. 
 
È l’inizio della Prima grande Guerra Mondiale come ancora oggi si legge nei libri di scuola. Settanta milioni gli uomini coinvolti nel conflitto, nove milioni e oltre i soldati morti e più di cinque milioni i civili caduti.
 
Mentre gli stati confinanti, dall’uno e dall’altro fronte, volevano coinvolgere l’Italia negli scontri, Roma resisteva, e resisteva pure e soprattutto il Ministro degli Esteri marchese Antonino di San Giuliano, catanese di nascita ed esperto di politica e dell’amministrazione della “cosa pubblica”. 
 L’erede al trono austroungarico Francesco Ferdinando con la moglie Sofia e Gavrilo Princip: il suo attentato diede inizio alla I Guerra Mondiale

 L’erede al trono austroungarico Francesco Ferdinando con la moglie Sofia e Gavrilo Princip: il suo attentato diede inizio alla I Guerra Mondiale

 
Di ben altro avviso era un altro siciliano, Napoleone Colajanni, che con i suoi compagni parlamentari era per la partecipazione alla guerra. Il ministro e marchese Antonino di San Giuliano chiese due mesi e mezzo di tempo per preparare una politica espansionistica, suo antico sogno per la sua patria. Non fece in tempo: morì per un attacco cardiaco prima del trascorrere del periodo richiesto.
 
Nel frattempo i porti siciliani dovettero ricorrere all’aiuto militare delle navi italiane per proteggere il suolo patrio.
 
Finita la guerra, passano gli anni, la radio “canta” e parla, le notizie e i programmi si inseguono tra le stazioni in onde corte, lunghe e medie e Palermo e Catania (ma sono già passati venti anni e siamo nel 1934) scoprono la possibilità di collegarsi con  una linea aerea civile, lasciando “a bocca asciutta” Messina, Trapani e Caltanissetta che si fecero promettere miglioramenti nei pubblici trasporti ma che non furono mai attuati.
 
Il 12 aprile 1932, al Salone Internazionale dell’Automobile alla Fiera di Milano, era stata presentata la “Balilla”, vettura finalmente accessibile a molti italiani. In Sicilia erano stati incrementati i chilometri delle strade ferrate ed erano state pure costruite strade di bonifica per 420 chilometri.
 
I “pedoni” o coloro che non usufruivano di mezzi pubblici per il trasporto, erano sottoposti a ferree regole e molti provvedimenti giunsero a loro carico. Furono multati quei pedoni che camminavano sotto i marciapiedi e nella stessa direzione delle autovetture, in quanto costituivano pericolo per queste ultime che, invece, avrebbero dovuto potere individuarli se provenivano dall’opposto senso di marcia.
 
Insomma, non si era liberi di camminare nella direzione che si desiderava, a decidere erano le autorità governative!
 
Intanto, lo stesso anno, don Vincenzo Vanni Calvello Principe di San Vincenzo, a Palermo sposa donna Stefanina Mantegna dei Principi di Gangi. Testimone di nozze Italo Balbo, gran gerarca d’Italia.
 
La Sicilia non è ancora “a statuto speciale” (mancano due anni) e molti isolani entrano a far parte del primo governo provvisorio democratico italiano: Salvatore Aldisio al Ministero degli Interni, Bernardo Mattarella al sottosegretariato alla Pubblica Istruzione (accusato da Gaspare Pisciotta di essere stato il mandante della strage di Portella della Ginestra e da Danilo Dolci di essere colluso con la mafia), Epicarmo Corbino economista e Vittorio Emanuele Orlando, già presidente del Consiglio dei Ministri che in seguito ebbe l’incarico di costituire l’ufficio di presidenza della Camera e il palermitano Pietro Tomasi della Torretta quello del Senato.
 
Nel 1934 viene anche ucciso dai partigiani il professore Giovanni Gentile, educatore e filosofo e che aveva dato un grande contributo alla formazione della maggiore enciclopedia italiana.
 
Sfogliamo, adesso, velocemente il calendario e lo scenario cambia: siamo nel 2014 e immaginiamo che sia già il 20 settembre. Sofia Loren spegnerà 80, lunghe candeline come lunghi sono i suoi anni che hanno attraversato due secoli e che hanno visto la guerra, hanno vissuto la fame per vederla trasformata in fama e gloria, in successo, amore, famiglia, affetto e abbracci.
 
Abbracci di un pubblico internazionale che la ama e che la stringe a sé come simbolo di un’Italia che, in nome dell’arte, di quell’arte che è il cinema, l’ha consacrata in America con una statua, una statuetta che è l’orgoglio e il massimo riconoscimento per chi fa il suo mestiere. Quella statuetta ha il nome magico di Oscar.
 

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