(Dirk Wohlrabe da Pixabay)

Ti faccio vedere come si fa. Per prima cosa alzi il bicchiere ed esamini il vino in controluce. Devi osservare colore, limpidezza e valutarlo. Infilaci il naso. Posi il bicchiere e gli fai prendere aria. L’ossigenazione lo fa aprire. Dischiude gli aromi, i profumi. Annusa di nuovo. Ora si può bere”. Parla così l’appassionato di vini Miles nel film “Sideways” (2004, di Alexander Payne).

Dal cinema alla realtà. Nella città dell’amore eterno di Giulietta e Romeo, Verona, si è svolta la 48° edizione del Vinitaly, affiancata da Enolitech e Sol&Agrifood.  Il business e la tradizione del vino, distillati, olio e agroalimentare di qualità, insieme. Un incredibile viaggio tra le peculiarità del Belpaese con incursioni anche all’estero.

Varcati i cancelli di Veronafiere, basta un passo e si è già persi tra gli stand, in un tripudio di fantasia bucolica e poetica eleganza. Castelli. Stemmi. Scenografie da gioiellerie. Vetture da anni ruggenti e persino imbarcazioni. Non c’è limite.  Esperti e novelli intenditori si danno il cambio tra mille e più degustazioni. Vinitaly, simposio moderno aperto al mondo intero. Da anni ormai alla ribalta nel mercato del vino ci sono anche gli Stati Uniti, capaci non solo d’importare ma anche produrre ed esportare, soprattutto dalla West Coast.  Per la prima volta al Vinitaly è sbarcata quest’anno l’azienda Trinitas Cellar. “È stata un’esperienza molto importante per il nostro business” spiega Garrett Busch, ceo dell’azienda d’oltreoceano con sede a Napa (California). “Abbiamo fatto assaggiare per la prima volta a moltissimi visitatori i nostri Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Meritage e Old Vine Zinfandel. Qui è molto diverso dagli Stati Uniti. Da noi le manifestazioni sono più semplici. Attualmente importiamo l’Amarone dalla casa vinicola Marchese Fumanelli e presto il Franciacorta dalla società agricola Derbusco Cives”.

Dalle vigne d’oltreoceano ai sapori nostrani dell’Agrifood. In principio il palato plana su taglieri traboccanti di salame, quindi si fa stuzzicare da scaglie di formaggio e, per non farsi mancare nulla, si concede un intenso indugiare nella dolcezza del panficato. E sull’onda di prodotti da dessert, con l’arrivo della Pasqua, c’è spazio anche per qualche uovo di cioccolato. 

A fianco di Agrifood c’è Sol. Tra i tanti creatori di sentieri dorati tra le olive, nel 2014 han-no fatto il loro debutto Grecia, Argentina, Croazia e Marocco.  “Siamo venuti a Verona per promuovere il nostro olio d’oliva proveniente in particolare dal Peloponneso”, sottolinea la Greek food stories di Kalambaka (Tessaglia), azienda specializzata nella distribuzione di prodotti di qualità ellenici, “il Vinitaly è quanto di meglio ci sia per manifestazioni, Paesi e visitatori. Nel nostro futuro di export speriamo di arrivare anche in Italia e negli Stati Uniti”.

Tornati all’aria aperta, facciamo la conoscenza dell’ambasciatrice di Verona per eccellenza, la shakespeariana scultura bronzea di Giulietta, un’opera realizzata dal maestro Albano Poli. È lei a sospingere verso il gigantesco padiglione della Toscana. Qui, presenza fissa da più di trent’anni, c’è Rocca delle Macie di Castellina in Chianti (Siena), giunta a Verona con due fresche novità: il Chianti Classico Gran Selezione Sergio Zingarelli e il Moonlight. “È un vino bianco (quest’ultimo, ndr), morbido che si presta per aperitivi”, spiega la Communication & Marketing Manager, Valeria Canu: “Qui al Vinitaly sta riscuotendo molto successo”.

A poca distanza dalle Macie, la casa vinicola Bartali, produttori e distributori di Chianti, Chianti classico e Vernaccia di San Gimignano. “I nostri vini raggiungono le tavole di tutta America, in particolare nelle città di New York, San Francisco e Chicago” sottolinea Filippo Volpini, export manager Bartali, “Abbiamo molte richieste anche dal Canada, inclusa la provincia di Terranova & Labrador”.

Il vino è un business di qualità in costante crescita. Alla 48° edizione del Vinitaly è ulteriormente cresciuta l’attenzione per le produzioni biologiche.  Nel 2013 circa 380 mila imprese vitivinicole italiane hanno prodotto più di 47 milioni di ettolitri di vino, di cui i primi importatori sono Stati Uniti e Germania seguiti da Regno Unito, Svizzera e Canada. Le aziende produttrici sono spesso a conduzione familiare. Una storia, quella della produzione di vini, scandita da tradizione, ritmi artigianali, innovazione e ricerca. Una storia, quella della produzione del vino, iniziata più di 3.000 anni fa come sottolineava la scritta a caratteri cubitali sullo stand della Regione Calabria.

“Il vino è un essere vivente. Amo pensare alla vita di un vino. Amo immaginare l’anno in cui sono cresciute le uve di un vino. Se c’era un bel sole. Se pioveva. E amo immaginare le persone che hanno curato e vendemmiato quelle uve”. La citazione, ancora una volta è da “Sideways”.


Receive more stories like this in your inbox