Qualche settimana fa, avevamo analizzato il grande momento della Sampdoria. Attualmente i blucerchiati sono quinti in classifica a 21 punti e, mentre scriviamo, sono in attesa di giocare il big match contro il Napoli, quarta forza del torneo (22 punti). 
 
In terza posizione a 23 punti è salito il Genoa. Il recente exploit è la prova dello stato di salute del calcio genovese: sotto la Lanterna, simbolo della città, il pallone gira ‘a mille’.
 
LA RIVOLUZIONE PAGA – Negli ultimi anni, il Genoa non ha disputato grandi campionati. 
Troppe le rivoluzioni in rosa operate dal presidente Enrico Preziosi: per quanto il numero uno rossoblu abbia investito molto, non sempre ha scelto con oculatezza i propri acquisti e continuando a cambiare, non ha favorito la creazione di un gruppo. Quest’anno, invece, gli acquisti sono stati più mirati e condivisi con l’allenatore.
 
NEL SEGNO DI GASPERINI – Gian Piero Gasperini è sicuramente l’allenatore che meglio ha lavorato con Preziosi: non è un caso che, dopo il suo addio, il Grifone abbia messo a referto un decimo posto e due diciassettesimi posti. Però, dopo le parentesi con Inter e Palermo, lo scorso anno ‘il Gasp’ è tornato in rossoblu: le cose non sono andate molto bene (14° posto), ma si sono messe le basi per questa stagione in cui il Genoa sta volando. 
 
UN 3-4-3 DI TALENTO E TECNICA – Gasperini pratica un calcio propositivo, attraverso un modulo piuttosto coperto, ma interpretato sempre da giocatori di buona qualità e dando sempre spazio ai giovani del prolifico vivaio ligure. 
 
Recentemente la difesa a tre è spesso associata a un’interpretazione del gioco rinunciataria e difensiva. Nel caso del Genoa, però, questo non può essere facilmente affermato: se è vero che Gasperini schiera la squadra con tre difensori centrali supportati da due fluidificanti difensivi, è altrettanto corretto evidenziare come la spinta garantita da questi esterni sia sempre elevatissima, come i mediani del Genoa siano sempre costruttori, prima che distruttori e come il trio d’attacco del Grifone sia sempre composto da giocatori davvero offensivi. 
 
In questo senso, i numeri parlano chiaro: i fluidificanti del Genoa segnano tanto; Matri, un fallimento al Milan e alla Fiorentina, è tornato bomber, segno che i palloni gli arrivano spesso e volentieri; gli esterni d’attacco genoani hanno medie voto elevatissime e, fatto salvo Perotti, sono intercambiabili; la stessa difesa è interamente costituita da giocatori di personalità e dai piedi buoni: l’azione, nel Genoa, parte sempre da dietro.
 
ROSA COMPLETA E PROFONDA – C’è tanta qualità in casa Genoa. Ma anche tanta profondità: ogni ruolo vanta 2 o 3 interpreti di spessore (poter alternare attaccanti come Matri e Pinilla, per esempio, è un lusso che non in molti possono permettersi, oggi, in Serie A). Forse, gli unici giocatori intoccabili sono i giovanissimi Perin (ormai uno dei migliori portieri italiani) e Sturaro (già della Juve). Per il resto, ci sono rotazioni e ricambi sempre all’altezza, anche se si va a pescare nella Primavera. 
 
MOMENTO DECISIVO – Nelle prossime due giornate si potrà capire il reale valore del Genoa. Il Grifone incrocerà Milan e Roma: due avversari di assoluto spessore. Ma una squadra che ha recentemente battuto con merito persino la Juventus, può essere intimorita?
 

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