Sabato 20 e domenica 21 maggio la città di Nemi, nel cuore dei Castelli Romani, a due passi dalla Capitale, ospiterà la terza edizione di Borgo DiVino, la manifestazione che porta nel centro storico della città un’imponente rappresentanza della produzione enologica del territorio e non solo

La kermesse sarà divisa in quattro “aree di degustazione”: i vini castellani e del Lazio, che proporranno una degustazione fortemente caratterizzante del territorio che circonda Nemi; i vini d’Italia, con cantine che proverranno da varie regioni, tra le quali il Trentino Alto Adige, la Toscana e la Sardegna; i vini naturali e biodinamici, con vitigni italiani, francesi, austriaci e sloveni, la cui produzione non fa ricorso all’utilizzo di metodologie o ingredienti aggiuntivi; gli eleganti calici francesi, novità dell’edizione 2017, con pregiate bottiglie dell’Alsazia, della Loira, della Borgogna e del Bordeaux che accoglieranno i turisti per un’esperienza sensoriale unica.

Un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati e gli amanti del buon vino che potranno approfittarne anche per concedersi una passeggiata tra i vicoli del centro storico di Nemi, bandiera arancione del Touring Club italiano per la sua ottima accoglienza e per la qualità dell’offerta turistica.

Per la product manager di Borgo DiVino, Tiziana Micheli, la manifestazione si conferma come un appuntamento che, oltre a consolidare il rapporto tra CastelliExperience e la Città di Nemi, permette di portare sul territorio dei Castelli Romani una tipologia di evento innovativa, soprattutto per un settore, quello enologico, che attraversa un periodo d’oro.

In merito alla prossima edizione, Tiziana Micheli ha dichiarato “Borgo DiVino è una manifestazione che vuole raccontare il vino a 360 gradi. Il vino italiano è tra i più apprezzati al mondo e vede crescere ogni anno il volume delle vendite anche nei paesi esteri. Abbiamo deciso di ampliare il raggio d’azione dell’evento, perché se è vero che la nostra resta una manifestazione dalla forte caratterizzazione territoriale, non si può dimenticare come l’Italia intera sia il paese del buon vino.” 


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