In un momento di transizione e instabilità come quello attraversato in questo momento dall’Italia, c’è una parte vitale del paese che crede nelle opportunità offerte per il futuro dalla nuova rivoluzione tecnologica digitale.
 
Sulla scia di ciò che è avvenuto da oltre un decennio negli Stati Uniti, in molte città italiane si assiste alla nascita di laboratori di tecnologia chiamati FabLab (Fabrication Laboratory).
 
L’evento più importante dello scorso anno è stato sicuramente la prima edizione della Maker Fair Roma, la quale ha registrato la presenza di ben quarantamila persone, sul modello di quella creata per la prima volta nel 2006 a San Mateo, nella San Francisco Bay Area.
 In autunno 2014 si terra’ a Roma la seconda edizione della Maker Fair 

 In autunno 2014 si terra’ a Roma la seconda edizione della Maker Fair 

 

L’Italo-Americano ha intervistato Riccardo Luna in occasione del recente Italian Innovation Day in cui era fra i protagonisti della tavola rotonda, in qualità di fondatore di Maker Fair Roma, oltre che giornalista del quotidiano La Repubblica e Direttore del giornale on-line Che Futuro.
 
Quanto è importante raccontare l’importanza di Maker Fair Roma qui nella Bay Area, dove otto anni fa si è tenuta l’edizione originaria della fiera innovativa creata dalla rivista Make?
“Questa esperienza è il proseguimento di un percorso che abbiamo iniziato tanto tempo fa, quando portai Wired in Italia intercettando la storia di Massimo Banzi che è il fondatore di Arduino.
Insieme a lui facemmo il primo FabLab italiano nel 2011 a Torino (oggi in Italia ci sono una cinquantina di FabLab), e anche la prima Maker Fair in Italia, la European Maker Fair la quale è stata un successo incredibile non atteso nè da noi, nè dagli americani che l’hanno descritta in maniera entusiastica. Si tratta di un percorso molto solido in questo momento, ogni settimana infatti arriva notizia di un ulteriore nuovo FabLab che sta aprendo in Italia”.
 
“Abbiamo dimostrato che c’è in Italia una nuova generazione di persone di tutte le età che è disposta a rimettersi in gioco con le competenze digitali, imparando a fare oggetti, unendo il saper fare, l’artigianato e il design italiano con le nuove tecnologie”.
 
Insieme a Carlo DeBenedetti e Massimo Banzi avete da poco costituito la fondazione onlus “Italian FabLab and Makers Foundation”, anche Make In Italy, di cui tu sei il vicepresidente.
“Un mesetto fa abbiamo costituto la fondazione dei FabLab italiani, in accordo con il MIT di Boston che è stato l’organizzatore di questo movimento, che si chiama appunto Make In Italy, per un nuovo Made in Italy rinvigorito dall’innovazione.
Massimo Banzi è il presidente della fondazione, mentre il finanziatore è stato Carlo De Benedetti, il quale ha messo cinquecentomila euro a fondo perduto per aiutare questo movimento a crescere.
Rifaremo la seconda edizione della Maker Fair a Roma in autunno, abbiamo una fondazione di FabLab italiani, ci sono tutte le condizioni perché questo movimento possa contribuire alla ripresa economica dell’Italia.
 
Quanti dei Makers italiani selezionati per esporre i loro prodotti innovativi all’Italian Innovation Day avranno la possibilità di farsi strada anche qui negli Stati Uniti?
Due dei progetti che erano presenti qui per questo evento erano due dei progetti di punta di Maker Fair Roma dello scorso anno.
Sono l’auto OSVehicle (Open Source Vehicle) che si monta in quaranta minuti modello Ikea, e la casa Off Grid Box ideata dalla Fabbrica del Sole. Sono due progetti secondo me notevoli di cui sentiremo parlare ancora molto. Sono due esempi che intercettano dei bisogni del mercato risolvendoli in maniera innovativa, i cui prototipi funzionano molto bene. Già oggi hanno destato molto interesse e sicuramente sono due progetti di cui vedremo sviluppi importanti nel futuro.
 

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