Carnevale di Sciacca (Ph © Davide D Amico da Dreamstime.com)

Mancava da due anni il Carnevale di Sciacca, e se ne sentiva proprio l’assenza. Quest’anno, però, l’amministrazione comunale, in mancanza di fondi, ha dato, con un bando pubblico, l’incarico alla Cge di Napoli, che si occuperà dell’organizzazione della tanto attesa kermesse.  Così, ancora una volta si celebrerà la festa più ridanciana e spensierata dell’anno, anche nella cittadina dell’agrigentino e il 2014 sarà il suo 114esimo anniversario.   E non poteva che andare così, data la sua longeva tradizione che risale, secondo  il can. Mario Ciaccio e padre Vincenzo Farina, storici  saccensi, alla prima metà del 1800. Già verso il 1860/70 fa la sua apparizione la maschera di Peppe Nappa che, pur non essendo di origine sciacchitana, viene adottata dalla città per l’apertura e chiusura dei festeggiamenti del Carnevale.  

Le prime “edizioni” non erano che delle feste dal chiaro sapore folkloristico in cui il popolo, riversandosi per le strade mascherato con i costumi più fantasiosi, si dilettava consumando salsicce e vino. Insomma, era una delle tante feste popolari. In seguito non sfilavano più a piedi, ma seduti su delle sedie poste sopra dei carri addobbati in modo approssimativo e girando per la città, divertivano chi li osservava.   Il tempo ha visto evolvere queste macchine del divertimento che ormai si dotavano di amplificazione sonora e di meccanismi che davano dinamicità alle figure poste sul carro costruite in cartapesta. La satira, poi, ha dato un senso diverso da quello originario ai cortei in cui le “macchine” diventavano sempre più sofisticate e assumevano spesso un valore di contestazione politica e sociale.  

Le sfilate, però, rappresentano una visione della vita, almeno momentanea, spensierata, ironica, gioiosa, all’insegna del puro spasso e del lavoro preparatorio che impegna anche parecchi artigiani nella costruzione di queste che possiamo definire dei veri strumenti del divertimento.   Il Carnevale di Sciacca si distingue dagli altri per lo spirito con cui i cittadini vivono, fin dalla preparazione che avviene diversi mesi prima, tutta la manifestazione. Inoltre, durante le fasi terminali della composizione dei carri hanno accesso ai laboratori e, durante le sfilate, non sono tenuti lontano da transenne, sentendosi così tutti veramente partecipi della festa che in questo modo coinvolge e rende un po’ tutti protagonisti.   Sono coinvolti anche gli alunni delle scuole materne ed elementari con delle rappresentazioni a tema e partecipa attivamente pure l’Istituto d’Arte di Sciacca e non mancano maestri ceramisti, maestri della cartapesta, architetti, disegnatori, ballerini e musicisti.   Nella ricorrenza del centenario, era l’anno 2000, ha ottenuto il riconoscimento di festa a carattere nazionale ed è stata inserita nel calendario delle Lotterie Nazionali dei Carnevali italiani.  

Nel 2010 compaiono sponsor privati e il patrocinio del Ministro del Turismo viene conferito dando lustro alla manifestazione; nel 2011 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferisce al Carnevale di Sciacca, la Medaglia, quale Premio di Rappresentanza.   Non possiamo non dedicare qualche nota particolare a Peppe Nappa, la più antica maschera siciliana e una delle più antiche tra le italiane.    Come Arlecchino, Colombina, Pulcinella, ecc…è “figlia” delle maschere del teatro comico romano, affermandosi verso la metà del 1500 con la nascita della Commedia dell’Arte che trova riscontro a Palermo, nelle “vastasate” e nel catanese nel “Cu nesci parra”.  

Peppe Nappa è l’erede del bergamasco “Zanni”, Giovanni, maschera che rappresenta il servo sciocco e sanguisuga che combina sempre guai e per i quali viene sistematicamente punito a bastonate. Nappa è il soprannome che sta per pezza, toppa, che si apponeva ai vestiti laceri, ma che nella maschera non si trovano. P   er estensione può dirsi che rappresenta un uomo da poco. Il suo vestito di colore verde-azzurro, ha le maniche molto lunghe, una in particolare e porta sul capo un cappello con una calotta sottile e le falde larghe rivoltate in su; calza scarpe bianche. Non ha il volto cosparso di farina per imbiancarlo come succedeva nella maggior parte delle maschere, le sue sopracciglia sono sottili e il suo fisico è asciutto. Si potrebbe trovare una somiglianza con la maschera francese di Pierrot, ma indossano abiti del tutto differenti.  

Il Carnevale di Sciacca, che è stato presentato alla sala Wagner del Grand Hotel et Des Palmes di Palermo dai rappresentanti delle istituzioni di Sciacca e dal responsabile della Cge di Napoli, si compone di alcune iniziative collaterali alla manifestazione: il concorso Carnevalandia, riservato agli alunni delle scuole materne ed elementari che dovranno sviluppare, ciascun istituto, il te-ma del mondo della natura, la magia delle favole e, infine, la magia dei colori. La seconda iniziativa dal titolo Obiettivo Carnevale, ha lo scopo di mettere in mostra la “cattura” di alcuni momenti significativi e particolari della kermesse. I momenti veri e propri del Carnevale vedranno la sfilata dei carri per le vie della città a cui faranno da contorno lo “Sciacca Pizza Village” e il “Villaggio dei Bambini”.  

Sei, in questa edizione, i carri allegorici: “L’Oro di Napoli”, “Avanti il prossimo”, “Puoi solo amarla”, “Pandora l’ultima speranza”, “Ripartiamo da zero”, “Mi è scoppiato il cuore”. Il carro di Peppe Nappa, Re del Carnevale,  il giorno 1 marzo, ha dato inizio alla manifestazione vera e propria arrivando dal mare, attraccando al porto di Sciacca a bordo di un motopesca. Il sindaco gli ha consegnato, in modo simbolico, le chiavi della città.   Da quel momento i carri hanno sfilato per le vie della città preceduti da maschere e musica dei gruppi di supporto che hanno rallegrato gli spettatori e i turisti con balli e canti tutti in rigoroso dialetto siciliano.   

Terminate le sfilate e le altre manifestazioni di contorno, Peppe Nappa ha riconsegnato le chiavi della città al sindaco dopo che i gruppi mascherati dei carri allegorici si sono esibiti. Alle ore 01,30 di martedì 4 marzo, ultimo giorno di Carnevale, Peppe Nappa è bruciato tra lampi di fuoco piromusicali barocchi. Il Carnevale sciacchitano termina, ma la sua magia rimane in un forziere, geloso custode dei suoi 100 e passa anni di storia: è il Museo del Carnevale, visitabile dal martedì alla domenica dietro appuntamento, che consente un viaggio tra carri, macchine, maschere, miniature realizzate dai bravi maestri della ceramica, tra plastici e pezzi a grandezza naturale magistralmente decorati a mano dagli artisti saccensi, costumi, gallerie fotografiche, elementi in cartapesta. Sono pure riprodotti in cartapesta alcune specialità enogastronomiche tipiche siciliane.   Un mistero resta sul Carnevale di Sciacca: perché l’abito di Peppe Nappa ha una manica più lunga dell’altra? Chi vuole vedere in ciò l’amputazione di una mano come punizione per qualche furto commesso, chi, invece, vede il vestito indossato sbilenco.   Forse non importa saperlo, il mistero fa parte del sogno, della fantasia e della magia. Allora lasciamo al Carnevale di Sciacca la gioia di un sogno magico.


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