(Ph courtesy Mostra Internazionale del Cinema di Venezia)

“La metafora più diffusa per indicare il programma di un festival consiste nel definire questo insieme di film come “un’istantanea del presente”. Cioè come un modo per rappresentare lo stato di salute – o quello che si ritiene tale – della produzione cinematografica mondiale, in un preciso momento e contesto storico”. Alberto Barbera, direttore della 75° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica introduce la selezione del festival che si terrà dal 29 agosto all’8 settembre, con una provocazione: “Il fatto è che – per dirla con il linguaggio della meccanica quantistica – il presente semplicemente non esiste. Per la fisica post einsteiniana, passato e futuro non si oppongono più come a lungo si è pensato, separati da un terzo lasso temporale che dovrebbe corrispondere ad un “adesso”: un concetto che, secondo gli scienziati, semplicemente non significa nulla. “Gli eventi del mondo non si mettono in fila come gli inglesi. Si accalcano caotici come gli italiani”, ironizza per esempio Carlo Rovelli. Per rimanere in prossimità della metafora da cui siamo partiti, dobbiamo allora, forse, prendere atto che “cinema del presente” è un modo di dire alquanto privo di senso. Per esempio, ci sono autori e produttori che continuano a fare film come si facevano nel secolo scorso, ed altri che invece procedono secondo modalità inedite, sperimentano nuovi linguaggi e nuove narrazioni, creano nuovi media. Accettare l’idea che possano legittimamente coesistere, non solo si può. Si deve”. 

Barbera cita ancora Rovelli: “Si può pensare il mondo come costituito di cose. Di sostanza. Di enti. Di qualcosa che è. Che permane. Oppure pensare che il mondo sia costituito di eventi. Di accadimenti. Di processi. Di qualcosa che succede. Che non dura, che è continuo trasformarsi”. Adesso provate a sostituire alla parola “mondo” la parola “cinema”. Il cambio di prospettiva, anche nel nostro caso, è affascinante. Pensare il cinema come un insieme di eventi, di processi, è il modo che ci permette di meglio coglierlo, comprenderlo, descriverlo. Qualche esempio? Smettere di credere che esista un prima e un dopo, secondo una logica lineare e progressiva, vuol dire capire che non ha senso contrapporre il cinema del passato a quello più recente (e ancor meno a quello di domani). O lamentare che i film di oggi non sono belli come quelli di ieri, come se la loro diversità implicasse la perdita di una qualche forma di purezza originaria. O rifiutarsi di accettare i cambiamenti indotti dalle trasformazioni tecnologiche, dalla rivoluzione digitale, dalle modifiche del mercato.

Rendere conto degli eventi che si accalcano caotici: un disordine che siamo spesso tentati di ridurre a più miti consigli, affrontandolo con la tranquillizzante locuzione di “periodo di transizione” (come se non stessimo perennemente transitando verso qualcos’altro: altre esperienze, altre immagini, altre visioni). È forse, questa, la miglior descrizione del lavoro che sta alla base di questo festival. Altri possono darsi obbiettivi diversi: definire che cosa è buon cinema e cosa non lo è, ad esempio. E se fosse più importante descriverlo, cercare di comprenderlo, coglierne le feconde contraddizioni e l’irriducibile complessità, anziché stabilire temporanee gerarchie? Procedere per inclusioni anziché per dogmatiche distinzioni, allargare lo sguardo invece che metterlo soltanto e selettivamente a fuoco, spingersi oltre i limiti anziché erigere barriere? Senza rinunciare alla qualità, o meglio senza smettere d’interrogarsi costantemente su che cosa essa sia e dove risieda oggi, in questo presente che ci hanno spiegato non esistere, in un universo che non è più il passato e non è ancora il futuro. Del cinema, s’intende”.

La 75° Mostra in numeri

I nuovi lungometraggi della Selezione Ufficiale sono 72 di cui: 21 nella sezione Venezia 75 (Concorso), 22 nella sezione Fuori Concorso (di cui 12 lungometraggi non-fiction), 19 nella sezione Orizzonti, 7 nella sezione Sconfini (di cui 2 lungometraggi non-fiction), 3 nella sezione Biennale College – Cinema.

I cortometraggi sono 15 di cui 13 nella sezione Orizzonti (di cui 1 in Orizzonti – Fuori Concorso), 1 nella sezione Fuori Concorso, 1 nella sezione Sconfini

Venezia Classici: 18 lungometraggi restaurati e 7 documentari sul cinema 

Virtual Reality: 40 opere selezionate di cui 30 in Concorso

Numero dei titoli iscritti: 3311 di cui 1650 lungometraggi (166 italiani), 1514 cortometraggi (174 italiani), 147 VR (7 italiani)


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